Euroclic Volume 2 : Le tappe dell'integrazione europea

 

Volume 2 : LE TAPPE DELL'INTEGRAZIONE EUROPEA

Questa sezione contiene il materiale audiovisivo, utilizzato come supporto e integrazione alle attività didattiche e/o di approfondimento, sul processo di integrazione europea, dalle origini ai nostri giorni. La selezione dei filmati (tutti variamente distribuiti nel web, all'interno sia dei siti delle istituzioni europee, sia degli istituti di ricerca più accreditati a livello europeo) è stata effettuata a partire da una ricognizione del materiale disponibile, cui è seguita una ripartizione per argomento e per data. Senza pretese di esaustività, considerata anche la complessità della vicenda comunitaria, la presente sezione intende sia ricostruire, con l'ausilio di voci e di immagini, la storia dell'integrazione europea, sia evidenziare le principali acquisizioni del percorso comune europeo, sia ricostruire, nei loro tratti essenziali, le vicende biografiche e gli apporti dei padri fondatori dell'Unione europea.

 

Periodi Storici

timeline europe

1945-1950

Quello dei primi anni del secondo dopoguerra fu il periodo in cui più intenso si manifestò l'entusiasmo europeista, sull'onda del quale presero corpo una moltepliticità di iniziative e progetti per l'unificazione continentale, nonché l'organizzazione della grande assise europeista dell'Aja (7-11 maggio 1948). In tale contesto va inquadrata anche la celebre Dichiarazione Schuman, la quale aprì di fatto la strada alla nascita dell'Europa comunitaria.

 

Dal dopoguerra all’Oece

All'indomani della resa tedesca, gli stati europei si trovarono a confrontarsi con l'imperativo della ricostruzione materiale e morale dei rispettivi territori. L'aiuto americano, ufficializzato con il discorso del generale Marshall all'università di Harvard, il 5 giugno 1947, fu percepito come un toccasana in questa direzione, di là dalle sue ricadute nel lungo periodo. La nascita dell'Oece (Organization for European Economic Cooperation), il 18 aprile 1948, segnò l'avvio di una cooperazione economica permanente tra gli stati europei fortemente caldeggiata da Washington.

Il Consiglio d’Europa

Il Congresso dell'Europa, nel 1948, aveva fortemente deluso le aspettative dei federalisti, i quali speravano nell'istituzione di un'Assemblea costituente che avrebbe rappresentato il primo passo verso la costruzione dell'Europa federale. L'evento, ad ogni modo, non si rivelò privo di effetti significativi per il futuro europeo. In primo luogo, in quell'occasione si precisarono le diverse correnti dell'europeismo (federalista, funzionalista e confederalista); in secondo luogo, il Congresso europeista decise la creazione del Consiglio d'Europa, organo a carattere confederale incaricato di "realizzare una unione più stretta tra i suoi membri", che molta parte avrebbe avuto nel campo della tutela dei diritti della persona (da ricordare la Convenzione per la difesa dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, Roma, 4 novembre 1950).

La Dichiarazione Schuman

Il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, nel corso di una conferenza stampa, pronunciò un discorso che sarebbe passato alla storia come l'atto di nascita del processo di costruzione dell'Europa. La proposta di "ricondurre l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto l'egida di un'Alta Autorità comune, nel quadro di un'organizzazione aperta alla partecipazione degli altri paesi europei" rappresentò infatti la sintesi tra le istanze sovranazionali dei federalisti e le resistenze dei governi nazionali, oltre ad essere riconosciuta come la via più efficace per superare l'atavico antagonismo tra Francia e Germania. Il Trattato di Parigi, istitutivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca) fu il diretto prodotto della Dichiarazione Schuman.

Abstract: Il progetto appare in perfetta coerenza con gli obiettivi del Centro, diretto com’è alla ricognizione dei network di informazione dell’Unione Europea. Nello specifico appare di particolare interesse l’attività tesa alla ricognizione delle reti esistenti divise per target. Ugualmente degno di nota appare l’intento di sviluppare lo scambio di esperienza fra le diverse reti e l’ipotesi di una nuova strategia per la futura collaborazione tra reti.

(Borsa a progetto "Angelo Donati")

Abstract: Il diritto della concorrenza tradizionalmente inteso quale corpus di regole poste a fondamento dei processi di modifica strutturale dei mercati (concentrazioni) e dei comportamenti individuali e/o collettivi delle imprese attive in settori merceologici rilevanti ha ceduto il posto ad un approccio metodologico e applicativo estremamente diverso da quello iniziale. ( Download research project).

(Borsa a progetto internazionalizzazione MIUR)

 

1951-1958 

 

Il Trattato di Parigi e la nascita della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca)

All'indomani della Dichiarazione Schuman, il 18 febbraio 1951, sei paesi tra quelli che allora componevano l'Europa "occidentale" (Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica federale tedesca) si riunirono a Parigi per procedere alla firma del primo trattato comunitario, il Trattato istitutivo della Comunità carbosiderurgica. Il filmato che qui viene proposto ripercorre gli eventi che segnarono la storia dei primi anni dell'integrazione europea: dalla Dichiarazione Schuman, alla firma del Trattato, ai discorsi pronunciati da Jean Monnet rispettivamente il 10 agosto 1952, in occasione dell'inaugurazione dell'Alta Autorità, ,e il 30 aprile 1953, alla vigilia dell'apertura del mercato comune europeo del carbone e dell'acciaio. Viene altresì descritto il funzionamento di due tra le istituzioni più rappresentative della Ceca: l'Alta Autorità e la Corte di giustizia.

La vicenda fallimentare della Comunità europea di difesa (Ced)

Il presente filmato riproduce le immagini della difficile Conferenza dei sei sulla Ced, che si tenne a Bruxelles, al Palais de la Nation, il 23 agosto 1954. A rappresentare gli stati, il belga Paul-Henri Spaak, che presiedeva la Conferenza, il cancelliere Adenauer, Pierre Mendès-France (che nell'occasione si prodigò in un apprezzabile, quanto inutile, sforzo di conciliazione con i partner), il ministro degli Esteri lussemburghese, Joseph Bech, e il suo omologo olandese, Jan Willem Beyen, futuro ispiratore del Mercato comune europeo. A rappresentare l'Italia, Piero Piccioni. Al termine della Conferenza, i Sei ribadirono il proprio impegno reciproco a costruire l'Europa del futuro.

La bocciatura francese al Trattato CED (30 agosto 1954)

Il filmato mostra l'emiciclo francese durante il discorso di Jules Moch, ministro socialista della Difesa francese, tra i più fieri oppositori del piano Pleven e del riarmo tedesco.

La Conferenza di Messina (1955)

La Conferenza di Messina, organizzata dal ministro degli Esteri italiano Gaetano Martino, segnò il cosiddetto "rilancio europeo", seguito al naufragio del progetto CED. Il filmato mostra l'arrivo a Messina dei ministri degli Esteri dei Sei e l'inizio dei lavori, i quali si chiusero con l'affermazione della volontà condivisa di proseguire il processo di integrazione europea.

La nascita della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom)

A Roma, il 25 marzo 1957, la Sala degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio fu la cornice prestigiosa entro la quale si riunirono i Sei per istituire la Comunità economica europea (Cee) e la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom).

Tra i presenti, alcuni tra i nomi più noti sul palcoscenico della costruzione europea: Paul-Henri Spaak e Jean-Charles Snoy et d'Oppuers per il Belgio; Christian Pineau e Maurice Faure per la Francia; Konrad Adenauer e Walter Hallstein per la Repubblica federale tedesca; Gaetano Martino e Antonio Segni per l'Italia; Joseph Bech per il Lussemburgo; Joseph Luns e Johannes Linthorst Homan per i Paesi Bassi.

 

1959-1969  

Il 25 marzo 1957, a Roma, vennero firmati i trattati istitutivi della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom), i quali segnarono una rottura, almeno parziale, con il metodo monnetiano, che era incentrato sulle comunità di settore. I Trattati di Roma entrarono in vigore il 1 gennaio 1958, in seguito alla ratifica dei Parlamenti nazionali. Come mostra il filmato dell'Istituto Luce che qui viene presentato, l'opinione pubblica dei Sei rimase piuttosto indifferente alle vicende comunitarie.

Europe 1957- 1962 , un documentario dell'Istituto Luce.

Gli anni Sessanta rappresentarono una stagione di intensa vitalità per l'Europa comunitaria, sia sotto il profilo del dibattito interno alla Cee, sia in materia di relazioni esterne. L'entrata in scena del generale De Gaulle comportò una ripresa della politica del primato da parte della Francia e, contestualmente, un acuirsi della tensione tra Parigi e la Commissione guidata da Hallstein. Allo stesso modo, non pochi contrasti si verificarono tra il Generale francese e l'allora ministro degli Esteri olandese Joseph Luns - soprattutto in merito al problema della candidatura britannica alla membership comunitaria -. Ciononostante, l'Europa riuscì a conseguire alcuni successi importanti, primo tra i quali la creazione della Politica agricola comune (Pac), nel 1962.  

 

La Politica agricola comune

La politica agricola comune è un'area in cui le competenze sono condivise tra l'Unione europea e gli Stati membri. Stando all'art. 33 del Trattato CE, il suo scopo è assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori europei e entrate adeguate per i produttori, obiettivi da conseguire principalmente attraverso la comune organizzazione dei mercati agricoli e assicurando la conformità ai principi adottati alla Conferenza di Stresa del 1958: prezzi unici, solidarietà finanziaria e preferenza comunitaria. La PAC è una delle più importanti politiche dell'UE (le spese agricole occupano circa il 45% del bilancio comunitario). La PAC ha raggiunto il suo principale obiettivo, vale a dire il raggiungimento della piena sufficienza alimentare della Ue. Nondimeno, importanti cambiamenti, in termini di obiettivi e di strumenti, si sono resi necessari, al fine di correggere gli squilibri e la sovrapproduzione.

Il filmato mostra uno spaccato della realtà rurale europea degli anni Sessanta. Tecniche di coltivazione e allevamento, produzione, trasporto e pubblicità. Una sequenza di immagini documenta le proteste degli agricoltori francesi e olandesi seguite all’introduzione della legislazione europea nel settore primario.

Verso la crisi della sedia vuota (1965)

Nel 1965, le divergenze tra De Gaulle e Hallstein, all'epoca presidente della Commissione euroepa, sul finanziamento della Pac con risorse proprie della Cee furono alla base dell'annuncio della Francia di abbandonare le riunioni del Consiglio dei ministri, paralizzando di fatto il funzionamento della macchina comunitaria.

Trattato di fusione degli esecutivi (1967)

Il Trattato di fusione degli esecutivi venne firmato a Bruxelles, l'8 aprile 1965, dai ministri degli Esteri dei Sei. Entrato in vigore il 1 luglio 1967, stabiliva la fusione dell'Alta Autorità della Ceca e delle due Commissioni, della Cee e dell'Euratom, in un'unica Commissione.

Il vertice dell'Aja (1-2 dicembre 1969)

La Conferenza al vertice dell'Aja, riunitasi tra il 1 e il 2 dicembre 1969, pose ufficialmente fine all'epoca di De Gaulle. Oltre a dare il via libera all'ingresso britannico nella Cee, la Conferenza individuò nel terreno economico e monetario il nuovo settore in cui avviare il processo di integrazione. Il filmato, oltre ad offrire uno spaccato dell'atmosfera che si respirava durante i lavori - ivi comprese le proteste - e delle personalità che vi presero parte, riproduce il discorso inaugurale pronunciato da Piet de Jong, all'epoca Primo ministro olandese.

Il vertice dell'Aja fu anche l'occasione per alcuni esponenti del movimento federalista europeo di leggere il Manifesto dei federalisti europei. Allo stesso tempo, diversi studenti si raccolsero nelle vie antistanti il palazzo che ospitava la Conferenza per protestare contro l'Euratom.

 

1970-1979

Gli anni Settanta furono caratterizzati da una difficilissima congiuntura economica e da un sostanziale immobilismo delle istituzioni europee, laddove la Commissione, causa le disposizioni del Compromesso di Lussemburgo, stentava a far decollare la propria iniziativa legislativa. Ciononostante, il decennio vide alcune importanti realizzazioni, dal primo allargamento della Cee, nel 1973, alla riunione del primo Consiglio europeo propriamente detto, a Parigi nel 1974, alle discussioni sull'unione economica e monetaria e sull'unione politica, all'elezione diretta del Parlamento europeo, nel 1979.

 

Il primo allargamento

Visionare il documentario al link seguente

In questo filmato della BBC Keith Kyle, inviato a Bruxelles, riferisce sui negoziati che anticiparono l'adesione britannica al Mec.

La Gran Bretagna entra nel MEC

Il filmato mostra il discorso tenuto davanti all'Assemblea Nazionale, il 13 aprile 1966, da Georges Pompidou, Primo ministro francese, il quale, nell'occasione, espresse, a nome del governo di Parigi, il parere favorevole all'adesione britannica alla Cee. Il "sì" della Francia aprì di fatto la strada per l'allargamento del 1973.

Il vertice di Parigi - L'Europa dei primi anni Settanta: questioni sul tappeto

Il presente estratto da un notiziario francese dell'epoca, presenta un'ampia panoramica di tutti i nodi problematici che i Nove si trovarono a fronteggiare all'indomani del passaggio della presidenza del Consiglio della Cee dalla Francia all'Irlanda: difficili rapporti euro-americani, overni europei opposti agli americani, potenziamento dell'efficacia dell'azione comune, rilancio dell'Europa, problema energetico, necesaria riduzione delle disparità dei tassi di cambio, problema dell'alleggerimento dell'apparato burocratico europeo, questioni agricole, etc.

L’elezione diretta del PE

Simone Veil fu la prima donna ad essere nominata presidente del Parlamento europeo. Nel discorso che qui si propone, Veil rende omaggio a Louise Weiss e richiama la sua battaglia per i diritti delle donne. A Emilio Colombo, suo predecessore, la neo-eletta Presidente ricorda la missione e l'influenza del Parlamento europeo, nonché l'importanza del suffragio universale per la legittimazione democratica dell'Assemblea. Tre sfide vengono poste in evidenza: la pace, la libertà e il benessere, per far fronte alle quali Veil indica tre direzioni da seguire: l'Europa della solidarità, dell'indipendenza e della cooperazione. Un accenno, inoltre, alle questioni dell'occupazione, dell'energia, della moneta e della dipendenza dai paesi produttori di petrolio. Infine, Veil sottolinea l'importanza delle questioni di bilancio e il contributo del Parlamento al processo decisionale comunitario. Il discorso si chiude con un appello al superamento delle divisioni interne e ad uno slancio di solidarietà.

 

1980-1989
L'accordo di Schengen (1985)

L'aspirazione alla ricomposizione delle fratture, che in ambito CEE costituì una sorta di leit-motiv degli anni Ottanta, portò al raggiungimento, nel giugno 1985, dell'accordo di Schengen. I firmatari furono: Belgio, Francia, Lussemburgo, Olanda, RFT. L'accordo prevedeva l'abolizione reciproca dei controlli alle frontiere sul tranisto delle persone. Applicato soltanto a partire dal 1995, fu successivamente sottoscritto da tutti gli altri partner della CEE, eccezion fatta per la Gran Bretagna e per l'Irlanda.

L’Atto Unico Europeo

L'Atto unico europeo, firmato nel febbraio del 1986 ed entrato in vigore il 1 gennaio 1987, rappresentò, oltre ad uno straordinario successo personale di Jacques Delors, all'epoca presidente della Commissione, il primo tentativo riuscito di riforma dei Trattati di Roma. La denominazione, proposta dalla stessa Commissione, sta ad indicare il fatto che in un unico documento vengo raccolte le disposizioni relative sia agli aspetti del mercato, sia alla riforma istituzionale, sia alle politiche comunitarie, sia alla cooperazione in materia di politica estera. Il filmato qui proposto costituisce un reportage sui contenuti dell'Atto unico, nonché sulle tappe essenziali che portarono alla sua adozione.

In seguito l'intervento di Altiero Spinelli nel parlamento europeo nel 1983 in sostegno del progetto dell'atto unico europeo.

Crolla il muro di Berlino (1989)

In seguito il link a un servizio della BBC : Berlin Wall dismantled

La riunificazione tedesca (1990)

Il 3 ottobre 1990 la riunificazione tedesca diveniva una realtà di fatto. Il filmato illustra le conseguenze di tale processo sulla CEE e la sua percezione sia da parte della dirigenza dei singoli paesi, sia da parte dell'opinione pubblica continentale. La Germania, infatti, da un lato diveniva la terza potenza mondiale, dall'altro, però, avrebbe dovuto sostenere i costi della riunificazione, provvedendo, cioè, a ripristinare un equilibrio di produzione e di sviluppo economico tra la parte occidentale del paese e l'ex Ddr. Il filmato mostra, oltre ad alcune immagini sui momenti più significativi della riunificazione, il commento di Helmut Kohl, ritenuto l'artefice morale e materiale di tale processo, e di alcuni membri del Bundestag.

 

1990-1999

Negli anni Novanta giunsero a compimento i processi avviati nel corso del decennio precedente, sotto l'impulso determinante della Commissione Delors. La tappa senz'altro più importante, soprattutto quanto alle ricadute che ebbe nel lungo periodo, fu la firma del Trattato di Maastrich, il 7 febbraio 1992, il quale non soltanto segnava la nascita dell'Unione europea (UE), ma lanciava definitivamente l'Unione economica e monetaria (UEM), prefigurando l'introduzione della moneta unica a partire dal 1 gennaio 1999.

 

Il Trattato di Maastricht (1992)

Il filmato riproduce un'intervista di Alain Duhamel a Jacques Delors sulle prospettive aperte dal Trattato di Maastricht e soprattutto sulla possibilità di un'apertura ad est. Nell'intervista, Jacques Delors dichiara che la firma del Trattato di Maastricht rappresenta una scelta che condizionerà la storia del vecchio continente e, implicitamente, della Francia. In particolare, il riferimento è alle prospettive di ampliamento della futura Unione ai paesi ex satelliti dell'Urss. La sfida che l'Europa avrebbe dovuto raccogliere, afferma Delors, sarebbe stata di realizzare l'approfondimento dell'integrazione e di esportarne i benefici anche a quegli stati che fino ad allora erano rimasti al di fuori dell'edificio comune.

La ratifica del Trattato di Maastricht

Link video

Il Trattato sull'Unione europea venne firmato dai ministri degli Esteri e delle Finanze dei dodici paesi membri della Cee. Philippe Maystadt, ministro belga delle Finanze, constata nel presente filmato che il Trattato di Maastricht avrebbe profondamente cambiato la fisionomia dell'integrazione europea. L'Ue, in altre parole, non sarebbe più stata semplicemente un'unione a carattere economico, ma avrebbe acquisito un forte significato politico in virtù dell'introduzione della cooperazione in materia di politica estera e di difesa, nonché di giustizia e affari interni.

Il calendario della ratifica del trattato di Maastricht.
Trattato di Amsterdam (1997)

Il dibattito sulla revisione costituzionale, che precedette la firma del Trattato di Masterdam, si aprì trasversalmente nei Parlamenti nazionali degli allora quindici paesi membri dell'Ue. Nel presente filmato vengono presentati i diversi orientamenti dell'Assemblée Nationale francese in merito alle novità introdotte dal testo firmato nella capitale dei Paesi Bassi.

 
2000-2009

Il XXI secolo vede l'intensificarsi della riflessione e del dibattito sulla modifica della struttura istituzionale dell'Ue, ove sono in corso le trattative per il più grande allargamento della storia comunitaria, quello ai Paesi dell'Europa centro-orientale e mediterranea. In questa fase prende corpo il progetto della Convenzione europea, incaricata di procedere all'elaborazione di una Costituzione europea propriamente detta. La reticenza dei governi, e anche dei cittadini - si veda il caso dei referendum francese e olandese che nel 2005 rigettarono il Trattato costituzionale firmato a Roma nel 2004 - ha indotto l'Ue ha porsi obiettivi forse meno ambiziosi e a ridimensionare il progetto originario nel Trattato di Lisbona, firmato nel dicembre 2007. Quest'ultimo, che comunque costituisce una tappa importantissima nella costruzione dell'identità e della cittadinanza europee, è entrato in vigore il 1 dicembre 2009.

 

Il Trattato di Nizza (2001)

Firmato il 26 febbraio 2001 ed entrato in vigore il 1 febbraio 2003, il Trattato di Nizza intende essenzialmente preparare la struttura istituzionale dell'Ue a sostenere senza traumi il massiccio allargamento ai Paesi dell'Europa centro-orientale (Peco) e mediterranea (Malta e Cipro). Tra le principali modifiche introdotte dal testo, estensione della codecisione tra Parlamento e Consiglio, riduzione del numero degli eurodeputati, modifica delle dimensioni della Commissione, la ponderazione dei voti in Consiglio e l'estensione del voto a maggioranza qualificata, nonché maggiore flessibilità nelle cooperazioni rafforzate.

La Convenzione europea

Il Consiglio europeo di Laeken, 14-15 dicembre 2001, istituì, con l'omonima Dichiarazione, un organo straordinario, la Convenzione europea, posta sotto la guida di Valèry Giscard d'Estaing. Compito della Convenzione era la redazione di una Costituzione atta a risolvere i problemi istituzionali lasciati insoluti dal Trattato di Nizza. Con la stesura del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, il 10 luglio 2003, la Convenzione ha terminato i suoi lavori.

Il Trattato costituzionale (2004)

Firmata a Roma il 29 ottobre 2004, significativamente nella stessa sala in cui, il 25 marzo 1957, erano stati sottoscritti i trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, la Costituzione europea o, più precisamente, il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa aveva lo scopo di dare all'Ue una base istituzionale più coesa e funzionale, di precisare le competenze, i meccanismi decisionali e la composizione delle istituzioni, nonché di rafforzare e rendere più efficiente la politica estera europea. Quanto alla struttura, il testo si componeva di un preambolo, di 448 articoli suddivisi in quattro parti, di 36 protocolli, due allegati e un Atto finale. La seconda parte, in particolare, conteneva la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Il Trattato di Lisbona (2007)

Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009, ha finalmente portato a compimento il lungo e faticoso processo di riforma istituzionale dell'Ue. Esso, a differenza di quanto previsto dalla Costituzione europea, modifica i trattati precedenti senza sostituirsi ad essi e dota l'Unione del quadro giuridico e degli strumenti idonei ad affrontare le sfide del futuro e a istituire un dialogo costante e fecondo con i cittadini europei. In tale prospettiva, le modifiche più importanti riguardano il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, nonché l'introduzione dell'istituto dell'iniziativa popolare. Sul piano dell'efficienza, l'Ue vede semplificati i propri metodi di lavoro e i propri sistemi di voto, grazie soprattutto all'estensione a nuovi ambiti politici della votazione a maggioranza qualificata - che dal 2014 seguirà il criterio della doppia maggioranza - in seno al Consiglio. Vengono inoltre introdotte due nuove figure, quella del presidente del Consiglio europeo, eletto con mandato di due anni e mezzo, nonché dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che è anche vicepresidente della Commissione. Con quest'ultimo viene assistito da un nuovo servizio europeo per l'azione estena. La Carta dei diritti fondamentali non è recepita nel testo, ma viene resa giuridicamente vincolante.

 



Volume 3